Episodio 9 - Airport sweet airport
Sono già tutti in piedi. E il mio ragazzo, ovviamente, è in prima linea. Siamo di ritorno dal nostro viaggio, appena atterrati di nuovo a Milano. Non hanno neanche spento il segnale dell’allacciare le cinture che già mezzo aereo scatta ai blocchi di partenza delle cappelliereUna signora vestita di verde cerca inutilmente di avanzare verso le porte ancora chiuse dell’aereo rischiando di placcare un ignaro turista tedesco. Per fortuna il mio ragazzo è già in pole position nel corridoio, pronto a scattare verso l’aeroporto, e, rapidamente, si frappone tra la signora e il tedesco evitando che la fine di questo viaggio si trasformi in una partita di rugby in piena regola. Aprono il portellone e parte la corsa fuori dall’aereo: niente autobus ma un comodo finger ci scarica direttamente in aeroporto. Il mio ragazzo è già là, ha scavalcato tutti gli altri viaggiatori guadagnandosi la medaglia d’oro in corsa con il trolley. Io arrivo con lo sguardo di chi ha rinunciato a partecipare. Cosa corri? Gli chiedo. Tanto dobbiamo riprendere i bagagli, che senso ha scendere per primo dall’aereo. Lui scuote la testa e mi guarda con l’aria del campione olimpico di atletica che guarda un cane che fa jogging. E vabbè. Ci prendiamo un caffè? Mi dice. E io penso, come, dopo la corsa folle giù dall’aereo sei disposto a lasciare il tuo posto in pole position davanti al nastro del ritiro bagagli per fare merenda? Ma non dico niente perché mi ricordo che il bar era molto carino, perché voglio tanto un caffè e perché rivoglio mangiare assolutamente quel toast buonissimo che ho preso all’andata. E bar sia.